Strada Statale 108 “Silana di Cariati” 1.0

 

Lunghezza: 182 km
Comuni attraversati: Cariati, Terravecchia, Scala Coeli, Campana, Savelli, San Giovanni in Fiore, Lorica, Piano Lago, Malito, Altilia Grimaldi, Campora San Giovanni (Amantea).
Quota min – max: 0m – 1450m
Itinerario:caschettocaschettocaschettocaschetto
Asfalto:caschettocaschettocaschettocaschetto
Panorama:caschettocaschettocaschetto
Denominazione attuale: divisa in vari tronconi di competenza provinciale
Dove fare rifornimento:I prezzi migliori li trovate intorno alla partenza sulla SS106 e poi a San Giovanni e Piano Lago.


Una doverosa premessa

Cercherò di essere obiettivo e sintetico, ma su questa lingua d’asfalto ho mosso i miei primi passi da motociclista, anzi da dueruotista a partire dalla bicicletta, ho imparato a guidare e ad apprezzare il mototurismo, quindi perdonatemi eventuali eccessive digressioni! 🙂 Anzi conto di ritornare sul pezzo, integrandolo e migliorandolo man mano che ne avrò la possibilità.

Uno dei pregi del Mezzogiorno d’Italia è la possibilità, nel giro di pochi chilometri, di passare dalla montagna al mare. La strada che voglio descrivere oggi tiene fede a questa caratteristica spingendosi anche oltre, unendo due mari (Jonio e Tirreno) nel giro di 182 movimentati chilometri, prendendosi anche il lusso di scollinare a 1450 metri sul livello del mare. Siamo in Calabria, ai più verranno certamente in mente il peperoncino, le sue coste, meno le sue montagne, i suoi laghi, i fiumi, i boschi. In tal caso, la Statale 108 non dovete assolutamente perdervela.

Dalle coste Joniche fino in Sila

Partiamo da Cariati Marina col sole che sorge sul mar Jonio, saliamo rapidamente fra gli uliveti in direzione di Terravecchia, con il mare alle nostre spalle. Nelle giornate giuste la vista puo spaziare per centinaia di chilometri, con il massiccio del Pollino che si erge maestoso a nord, la piana di Sibari, la piu frastagliata costa del crotonese sino a Punta Alice (dove, se è estate, vi consiglio di andare a fare un bagno). Godendoci la vista, continuiamo a trotterellare su e giu dalle colline argillose di questo spicchio di Calabria poco “famoso”. Purtroppo da qui la strada non è in buone condizioni, numerose frane seguite ai frequenti incendi (dolosi) hanno fatto si che sia stata formalmente chiusa al traffico. In pratica è percorribile ma molto sconnessa e con tratti sterrati. Libidinosa con una maxienduro, meno con altre tipologie di moto. Ma tant’è… se volete, potete aggirare l’ostacolo salendo dalla SP200 di San Morello.

SS 108 verso Scala Coeli
SS108 nel tratto dopo Scala Coeli.

Giungiamo così a Scala Coeli, piccolo centro isolato dove piu che altrove risaltano i segni dell’ abbandono e dell’isolamento: pochi abitanti rimasti, dediti all’agricoltura e alla pastorizia. Costeggiando piccoli poderi, ricoveri per le attrezzature e per gli animali superiamo il centro su questo fondo stradale malfermo, risalendo a stretti tornanti il fianco della montagna fino all’intersezione con la SS383, che scende verso Mandatoriccio. Proseguiamo verso Campana, verso i monti della Sila. Il paesaggio inizia a cambiare, le campagne arse dal sole lasciano il posto a boschi di quercia e leccio, le rupi argillose a fiumi. Appena fuori Campana vale la pena fermarsi ad ammirare le cosiddette “pietre dell’ Incavallicata”, la cui leggenda vuole raffigurino gli elefanti usati da Annibale durante le guerre Puniche. In effetti nella zona sono numerose le testimonianze di insediamenti cartaginesi, come ad esempio i resti di un antico fortino nei pressi di Umbriatico e delle “mura di Annibale” a Pietrapaola.

Piano di Guerra
Piano di Guerra

Ripartiamo godendoci ancora la bella visuale sullo Jonio e le belle curve che ci aspettano. La strada qui è piu larga, in migliori condizioni anche se a tratti un po sporca a causa dell’industria boschiva molto attiva qui. Scolliniamo in località “Piano di Guerra” dirigendoci verso Savelli. La strada scorre dolcemente all’interno del fitto bosco di castagni, superando ruscelletti e fonti sparse un po ovunque. Vale la pena fermarsi presso la fonte “Pedagese” che preannuncia l’ingresso in paese, la cui acqua purissima gode secondo i locali di proprietà benefiche. In passato questo paese arroccato sul fianco della montagna ha conosciuto periodi floridi, divenendo anche una apprezzata meta di villeggiatura (insieme alla frazione villaggio Pino Grande, con le sue casette di montagna immerse nel fitto di pinete e castagneti), fin quando la costruzione di piu moderne arterie stradali non lo ha isolato progressivamente. Segnalo per gli amanti della natura la possibilità di ammirare esemplari di daino presso il recinto di acclimatamento del CFS, e consiglio anche di fare un break all’indigestione di curve fatta sinora presso il boschetto comunale proprio li di fianco, dove è possibile riposare nel silenzio contemplando un panorama mozzafiato…

Savelli
Savelli.

Ripartiamo alla volta di San Giovanni in Fiore, distante 21 chilometri e… 365 curve da dove siamo ora. Permettetemi di dirlo, qui gli amanti della piega troveranno pane per i loro denti. Dopo i primi 7 chilometri di discesa la strada sale dolcemente, ricoperta da un asfalto dall’ottimo grip. Il traffico in zona è limitato, il panorama sempre bello, le curve ottimamente raggiate: buon divertimento! Ma cerchiamo di non farci prendere troppo la mano, dato che strusciare le pedaline a terra non è infrequente e forse anche “politically scorrect”

 

Abbazia Florense
Interno dell’ Abbazia Florense, simbolo di San Giovanni in Fiore.

San Giovanni in Fiore, dicevo. Porta d’accesso per la Sila, ne è anche il centro piu popoloso (nonchè il paese natale di chi scrive) e sorge a ridosso delle gole scavate dal fiume Neto, su quello che tradizionalmente era il crocevia fra la Statale 107 e la Statale 108. E’ naturalmente il posto ideale dove fermarsi a rabboccare il serbatoio (lungo la strada non ci sono molti distributori, men che meno automatici), magari approfittandone per fare un giro nel centro storico, dominato dall’abbazia cistercense fondata nel duecento dall’ abate Gioacchino da Fiore, intorno alla quale il paese si è man mano sviluppato.

Attraverso l’ altopiano

Da qui il nostro viaggio prosegue ricalcando per un breve tratto l’attuale SS107 fino al bivio per Lorica, la nostra prossima tappa. Siamo ormai ben oltre i mille metri di altezza, la superstrada segue il corso della c.d. valle di San Nicola, dove lo sterminato bosco di conifere cede il passo a campi di patate e foraggio. Nel giro di pochi minuti tuttavia abbandoniamo questa veloce via di comunicazione (per gli standard del luogo, prova ne sia il fatto che è comunque divertente con una moto…di un certo livello 😆 ) e riprendiamo la nostra SS108 in loc. Torre Garga.

SS 108 - montagna grande
E si piega!

Siamo in realtà ad un’ottantina di km dal nostro luogo di partenza, nella migliore delle ipotesi ci avremo messo gia un ora e mezza al netto delle soste, ma dimenticatevi gli scenari marittimi e mediterranei: serpeggiamo all’interno del bosco, seguendo il fiume Arvo (fino al lago omonimo), all’ombra di alte piante di pino laricio: chi non è mai stato da queste parti faticherà a credere di essere ancora in Calabria. La strada, sinuosa (e poco trafficata, fuorchè in estate), stuzzica i pruriti piu sportivi di qualsiasi motociclista la percorra, ma vi esorterei a godervela con calma perchè, come ho avuto modo di dire piu volte, da queste parti non sai mai cosa puoi trovare dietro la prossima curva.

lorica
Lorica vista dalla riva opposta dell’ Arvo

Giungiamo cosi a Lorica, ridente località posta sulle rive del lago Arvo. Le loro storie sono intrecciate, in quanto la creazione sul finire degli anni ’20 del bacino idroelettrico ha comportato anche la creazione dell’abitato. Ha conosciuto un certo sviluppo negli anni 80-90 grazie alle piste da sci, a cui è seguito un periodo di trascuratezza. Ora, con la creazione del centro di canottaggio e della (si spera) prossima riapertura delle piste da sci, spero che la situazione possa cambiare. Comunque non perdete l’occasione per fare una sosta sul lungolago e gustare un piatto tipico della zona, anche un semplice panino ‘ccu sozizza  😎 

La discesa sul Tirreno

Cantoniera bivio SP75
Bivio per Cellara

Rifocillati, possiamo ripartire e apprestarci a compiere la nostra discesa verso il tirreno. La strada è ancora molto simile all’ultimo tratto percorso, superiamo Quaresima (e il punto piu occidentale del lago) e dopo poche curve (piene di buche! attenzione) svoltiamo sulla attuale SP75. Strada in discesa, larga e tortuosa, molto ben asfaltata. Purtroppo ho avuto modo di percorrerla solo in giornate di…pioggia, percui mi riservo di inserire qualche ulteriore dettaglio. La giostra continua anche dopo essere giunti presso Piano Lago, dove incrociamo l’autostrada A3 e “ufficialmente” abbandoniamo il massiccio della Sila per attraversare la catena costiera tirrenica e le sue aspre propaggini. facciamo su e giu varie volte fra i tanti piccoli paesini che sorgono sempre in posizione dominante sui vari costoni rocciosi. I boschi di conifere lasciano di nuovo il posto alla macchia mediterranea, ai vigneti e agli uliveti. La strada è bella, panoramica, bene asfaltata: tutta da godere fino al mare! E nelle giornate piu chiare sullo sfondo potrete ammirare anche le Eolie in lontananza…scusate se è poco!

Fonte Pedagese

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