Strada Statale 168 “di Venosa”

 

Lunghezza:               44,5 km
Principali località attraversate: Spinazzola – Palazzo S. Gervasio – Venosa – Lavello
Condizioni asfalto: caschettocaschetto
Tracciato:                caschettocaschettocaschetto
Panorama:              caschettocaschettocaschettocaschetto

La SS168, ora denominata SP168, è una ex strada statale quasi interamente in territorio Lucano. Rispetto ad altre strade di cui ho gia parlato è poco conosciuta e frequentata, sia per la sua brevità che per le condizioni non proprio perfette del manto stradale. Ho deciso di inserirla comunque nel novero di strade di cui parlarvi perchè la trovo comunque molto piacevole da percorrere, gustandomela lentamente. Rappresenta una divertente alternativa alla recente superstrada SS655 per raggiungere, ad esempio, i laghi di Monticchio.

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Campi di grano e l’Appennino Lucano in lontananza.

La strada inizia all’ingresso per Spinazzola, in loc. Masseria Epitaffio, costeggiando per un bel tratto la vecchia rete ferroviaria Gravina-Rocchetta Sant’ Antonio: interessante notare la Stazione, visibile dalla strada, rimasta esattamente com’era a metà Novecento. Si sale e si scende ricalcando il profilo collinare di questa parte di Murgia in maniera abbastanza rettilinea sino ai piedi di Palazzo San Gervasio. Da qui il percorso, attorniato da una rigogliosa vegetazione, inizia a contorcersi superando il corso di vari torrentelli, in un divertente su e giù fra le colline. Il traffico è quasi nullo ma come spesso succede l’asfalto non è granchè, meglio godersi il paesaggio, con il Vulture maestoso di fronte a noi e sulla sinistra l’appennino Lucano, su cui riusciamo a distinguere il castello di Monteserico e un gran numero di paesi grandi e piccoli, tutti arroccati sui colli. Tutt’intorno è il silenzio, rotto solo, quando c’è vento, dal fruscìo delle pale eoliche disseminate qua e la, oppure dal rombo sommesso di qualche trattore al lavoro nei vasti arativi circostanti. C’è una cosa che ho notato qui piu che in altri posti: lungo i fianchi delle colline abbondano delle grotte delimitate da un muro ed una porticina: non so bene a cosa servano ma probabilmente fungono da cantine o ricovero per le attrezzature agricole.

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La mia moto…e il Vulture sullo sfondo.

Lentamente, dunque, entriamo a Venosa, città di nobili ed antichissime origini romane, patria del poeta Orazio. Merita assolutamente una sosta. Non mi dilungherò in consigli su cosa e come visitarla, cliccate sul link e troverete fonti più qualificate del sottoscritto allo scopo 😀 .

Di qui la strada continua per un’altra decina di chilometri il suo tranquillo percorso fra le colline, fino ad intersecare la SS93 nei pressi della stazione ferroviaria abbandonata di Rapolla – Lavello, dove è fissato il suo termine.

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