Strada Statale 104 Sapri – Jonio

 

Lunghezza: 174kmStrada statale 104 Sapri – Ionio”
Quota min-max: 0m – 880m.
Comuni attraversati: Sapri, Rivello, Lauria, Latronico, Episcopia, Fardella, Chiaromonte, Senise, Valsinni, Rotondella.
Itinerario:caschettocaschettocaschettocaschetto
Asfalto:caschettocaschetto
Panorama:caschettocaschettocaschettocaschettocaschetto

La Statale 104 mi ricorda per molti versi la SS 108, di cui ho gia parlato. Lunghezza uguale, tipologia di percorso simile, unendo Tirreno e Jonio passando per l’appennino. Solo che i monti della Sila qui lasciano il posto al parco del Pollino e all’appennino lucano. Partiamo infatti da Sapri, provincia di Salerno, per terminare a Nova Siri, in provincia di Matera. Attualmente, come per la maggior parte delle altre, è stata spezzettata in vari tronconi di competenza provinciale.

Ho scoperto solo recentemente questa strada, sebbene ne avessi – inconsapevolmente – percorso alcuni tratti in passato durante i miei itinerari, e devo ancora completarne la ricognizione. Nonostante le condizioni non sempre ideali del manto stradale, è una di quelle strade piacevoli e affascinanti da percorrere in moto in qualsiasi periodo. Del resto il suo tracciato, snodandosi fra due regioni e tre province, consente di godere di scenari panoramici, naturali, storici veramente interessanti che cercherò di elencare brevemente.

Da Sapri a Lauria

Sapri
Veduta di sapri e del golfo di Policastro.

Il primo tratto è spettacolare: da Sapri saliamo subito in direzione di Rivello. Curvando fra la bassa vegetazione e la macchia mediterranea guadagnamo rapidamente quota e riusciamo a godere di una vista magnifica sul golfo di Policastro e sui monti del Cilento. Impossibile resistere alla tentazione di fermarsi a scattare qualche foto. Fra l’altro la strada è in ottime condizioni.

Entrati in Basilicata a Rivello, continuiamo a salire verso il lago del Sirino, incastonato fra le montagne e meta molto frequentata dai motociclisti del meridione (anche perchè…al ristorante di fronte al lago si mangia benone!). Pochi chilometri piu avanti, in località Pecorone di Lauria, incrociamo l’autostrada A2 e la statale 653 della Val d’Agri, in pratica la versione moderna della 103, che corre sul fondovalle insieme al fiume. Il percorso originario naturalmente prosegue a mezza costa lungo il fiume, ora sulla sponda destra ed ora su quella sinistra, come era d’uso negli anni passati per evitare gli effetti delle piene e garantire una certa robustezza alla strada. 

monte alpi - macchia
Macchia boschiva sulle pendici est del monte Alpi

È questo il tratto più montano del percorso, sebbene le quote non siano mai troppo elevate: percorriamo la valle a mezza costa guidando sulle ultime pendici del monte Alpi; piccole frazioni lasciano presto la scena al fitto di un bosco così rigoglioso da impedire alla luce del sole di penetrarlo, finché qualche chilometro dopo la vegetazione si dirada dandoci la possibilità di spaziare con la vista a 360 gradi. Bisogna però evitare di stare troppo con la testa per aria, e prestare un pò di attenzione alle numerose buche e avvallamenti in questo tratto di strada, lasciato a se stesso dopo la costruzione SS653.

Lungo il Sinni

Episcopia
Veduta di Episcopia dal ponte sul Sinni

Latronico è di origine antichissima. Popolato fin dal mesolitico, come testimoniano i reperti ritrovati nella zona, è conosciuta attualmente anche per le sue sorgenti termali, e merita sicuramente una sosta. La strada scende ora nel fondovalle, attraversando un paio di volte il corso del fiume per raggiungere un altro borgo dalle origini antichissime, Episcopia, che fiabescamente si staglia con il suo castello diroccato su un’altura rocciosa, a dominare il corso del Sinni (ne ho parlato qui). Quando la luce è giusta, resistere alla tentazione di una foto è inutile.

Gironi di Episcopia
I gironi di Episcopia

Da qui la strada si aggroviglia in numerosi tornanti, i “Gironi di Episcopia” come vengono chiamati dai locali, un piccolissimo Stelvio che ci porta a svalicare non lontano da Fardella, facendoci godere nel frattempo il dipinto impressionista che vedete qui di fianco. 

Immagino che dalle mie parole traspaia il fatto che amo particolarmente questa zona e questo tratto di strada: solitaria, mai monotona offrendo sempre scenari diversi, dai tornanti appena citati al meraviglioso bosco che, ad esempio, si incontra appena si arriva nei pressi di Fardella. Auto se ne incontrano davvero poche, al più qualche contadino di ritorno dall’orto o qualche animale domestico. Continuiamo così passando da Chiaromonte, fra querce e tornanti belli da pennellare ma purtroppo sporchi e con qualche buca di troppo; non si puo fare a meno di cercare di immaginare quanto sarebbe divertente se fosse bene asfaltata, e quanti motociclisti, con la scusa della bella strada, scoprirebbero le bellezze di questo angolo di Basilicata.

Giungiamo così a Senise, altro importante centro sulle rive del grande invaso di Monte Cotugno, dove peraltro la nostra SS104 finisce letteralmente in…acqua: si perchè la strada originariamente attraversava la conca naturale che è stata riempita al tempo della costruzione della diga. Niente di problematico però, si puo seguire la striscia di asfalto fin sulle rive per fare qualche fotografia (l’acqua assume spesso colori spettacolari qui) oppure fare pochi km di superstrada e rientrare allo svincolo successivo su tracciato originale, messo anche piuttosto bene, che in pochi chilometri ci condurrà a Valsinni.

lago di Monte Cotugno
L’invaso di Monte Cotugno in un periodo di secca.

Il piccolo borgo è posto nel punto piu stretto dell’omonima vallata, a difesa di essa. Consiglio caldamente di fare una passeggiata nel centro storico, ai piedi del castello si respira un’atmosfera d’altri tempi.

me in curva
Curvando nei pressi di Valsinni

Appena fuori Valsinni la vallata si distende e si allarga, mentre la nostra strada continua a serpeggiare sulle colline. Molto bella paesaggisticamente con i calanchi che si estendono a perdita d’occhio, caratteristica per le infrastrutture ancora tutte al loro posto (muretti in pietra, qualche cantoniera, bolognini e pietre miliari ancora piu o meno leggibili) soffre il fatto di essere costruita su un terreno argilloso: l’asfalto è un po sconnesso ho trovato un cartello “strada chiusa per frana al km 138”. In ogni caso si passa senza difficoltà.

rotondella
Una vista di Rotondella dal versante opposto del Sinni

Dopo un po la strada piega verso sud e inizia a risalire le colline, la situazione asfalto migliora mentre ci si avvicina all’ultimo paese che incontreremo, Rotondella, conosciuto anche come “il balcone dello Jonio”. Facilissimo capire il perchè gia guardandolo da lontano, la vista che si puo godere da quassù è semplicemente unica. Non ho avuto modo di visitarlo poichè, durante la mia ricognizione, appena giunto in paese il tempo ha iniziato a farsi estremamente minaccioso consigliandomi di fare ritorno (ed anche alla svelta) a casa. Per questo in fondo alla pagina troverete qualche link di utilità turistica, perchè vale veramente la pena vederlo e ci ritornerò senz’altro.

Ancora qualche chilometro di curvette divertenti e si giunge al termine della strada, posto allo svincolo per la SS106 Ionica nei pressi del centro del CNR in loc. Trisaia, fra Nova Siri e Policoro. Un percorso lungo, lento e tortuoso, ricco di curve, scorci panoramici, tratti boscosi di vario genere e borghi tutti da scoprire. Ci sarebbero tutti gli ingredienti per far felice il motociclista o qualsiasi tipo di turista, se solo le infrastrutture fossero mantenute come meriterebbero! 🙂

Qualche link utile:
CEAS Il Cielo di Indra – Latronico

Borghi Autentici d’ Italia – Rotondella