L’importanza dell’allenamento

Sabato mattina mi son svegliato molto presto ma senza sapere bene cosa fare. Do una veloce occhiata fuori e sull’app del meteo: l’aria è freschina, le previsioni sono un modello d’incertezza assoluta. E adesso? Magari è meglio evitare di allontanarsi troppo da casa ed uscire in bicicletta, piuttosto che in moto?

Ci penso un po su mentre cerco le forze per alzarmi dal letto.

Molto razionalmente decido di infischiarmene ed uscire lo stesso in moto.

L’itinerario ce l’ho già in testa, modulabile così se dovesse mettersi male ho un modo per arrivare rapidamente a casa senza patire troppo il maltempo, una condizione che io proprio non sopporto e che non sono neanche minimamente attrezzato per affrontare, in giacca di pelle e jeans.

Oggi niente stradine e stradelle variamente disastrate, no. Sono le 7.30, non faccio nemmeno colazione, mi dirigo rapido (e comodo, sulla superstrada, se cosi possiamo chiamarla) verso la val d’Agri. Alle 9.30 sono già a S. Arcangelo, dove faccio una sosta-colazione presso una pasticceria che conosco…perchè le fette biscottate che c’erano a casa erano salutari, ma un cornetto al cioccolato ed un cappuccino sono decine di volte meglio  😆 

Bene, ora che sono veramente sveglio, posso imboccare con decisione la SS92 all’altezza del ponte sul fiume Agri. Monto anche la telecamerina, perchè giusto poco prima mi è venuta in mente l’idea di realizzare una serie di video e provare a filmarla tutta per il blog.

E’ circa un anno e mezzo che non faccio un giro da solo (di solito esco con la mia fidanzata come passeggera). Nell’ultimo periodo ho notato che la mia guida è diventata poco fluida, mi sento un po impacciato, spesso devo effettuare correzioni. Una brutta sensazione che, credo, ogni motociclista ha provato qualche volta e che può rendere un bel giro rilassante una faticaccia.

Ci penso un pochino su: io sono sempre io, la moto pure. Non posso aver certo disimparato a guidare da un giorno all’altro: la questione va risolta. Nel frattempo il freschetto mattutino lascia spazio ad un bel sole che illumina e scalda l’asfalto, per una volta nero e tirato come un biliardo, qualche nuvoletta innocua rende meno monotono l’azzurro del cielo e tutto intorno il silenzio, interrotto solo dalle attività di qualche contadino. Quale atmosfera migliore per svuotare un po la testa dal resto e provare a concentrarsi, per una volta, solo e soltanto sulla guida?

Metto in moto il vecchio SACS e parto dolcemente, vediamo di capirci qualcosa. La strada la conosco, faccio le prime curve lasciandomi guidare dall’istinto, ma facendo attenzione alle traiettorie che ne risultano. Mi rendo subito conto che qualcosa non quadra, le traiettorie non sono quelle che dovrebbero, ritornano le solite correzioni e la sensazione di scarso controllo. Rallento ancora e ci penso un altro po su: sono troppo a centro strada! Vuoi vedere che, abituato a percorrere strade disastrate, ho iniziato a non fidarmi dei lati della carreggiata quasi sempre sporchi di terra o franati?

Ridò un po di gas, questa volta faccio guidare il cervello: mi allargo in ingresso, tanto qua la strada è perfetta e lo sarà per i prossimi ottanta chilometri fino a Potenza. Un, due, tre curve, la confidenza ritorna quasi subito, lasciando pian piano svanire le brutte sensazioni di prima. 

Faccio qualche sosta qui e la. Una giornata cosi bella merita di essere fotografata. Mi fermo a rinfrescarmi presso una bella fontana, mi godo anche l’aria piacevole che si respira qui nel bosco. Incontro anche un bel Nibbio Reale, che per un po mi volteggerà sulla testa. Qualche altra foto ed arrivo a Corleto Perticara.

Riaccendo la telecamerina. I successivi kilometri fino a Laurenzana sono i miei preferiti, un susseguirsi di curve in salita (si raggiungono i 1200 metri) immersi in un fitto bosco, come sempre in una quiete quasi surreale. Per me è difficile, in questi casi, non farmi distrarre da ciò che c’è intorno alla strada. Comunque, cerco di guidare al meglio che posso, sfruttando il motore e limitando l’uso dei freni al minimo sindacale. La vecchia Bandit sembra gradire anche lei un po di curve con asfalto decente una buona volta, e asseconda di buon grado le mie intenzioni.

Arrivo nei pressi del valico, dove sorge una vecchia (e bella) casa cantoniera. Mi fermo. Sono quasi commosso! Era da tanto che non mi divertivo così a guidare. Resto un po qui a fare qualche foto e a godermi il silenzio e l’aria fresca di montagna, non sono neanche stanco, macinare chilometri così è puro godimento…quindi salto di nuovo in sella e riparto.

Fra una curva e l’altra supero Laurenzana, qui la strada si apre un po, decido di fare una sosta all’osservatorio di Anzi, un luogo da cui si gode di un panorama difficile da descrivere. In questo caso la magnifica vista rivela anche l’addensarsi sempre più minaccioso delle nuvole…decido che forse non è il caso di sfidare ulteriormente questo pazzo clima e rientrare a casa per il pranzo. In breve raggiungo Potenza, continuo verso nord e prendo la SS169, un’altra bella strada, poco conosciuta e molto divertente, che mi riporta sulla superstrada da dove in poco tempo raggiungerò la base. E’ un po tardi ma non posso esimermi dal fare qualche foto anche qui, ci sono dei colori che sembrano dipinti!

Chi pratica sport di resistenza sa quanto sia importante allenarsi con costanza ed intelligenza. Ebbene, in moto come in bicicletta, a piedi o sugli sci, dedicare qualche ora del proprio tempo a migliorarsi o ripetere ciò che già si sa fa bene, e tanto. Spesso, quando si è convinti di saper fare qualcosa si continua a farla senza pensare, e senza accorgersi che pian piano ci riesce sempre meno.  😀