Gitarella sulle orme di Carlo Levi.

 Approfitto del fatto che qui siamo ancora sommersi dalla neve per pubblicare l’edizione riveduta e corretta di un mio vecchissimo post, ormai divenuto inutile ed illeggibile.

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(Ri)propongo, dunque, una breve gitarella di 139 km nel cuore della Basilicata rurale, quella resa famosa da “Cristo si è fermato ad Eboli” di Carlo Levi. Qui il tempo sembra essersi fermato ed in alcune località respirerete la stessa aria che respirò lo scrittore negli anni Trenta.

Ho cercato di rendere il percorso il piu possibile vintage sostituendo alle strade moderne quelle dell’epoca, dove possibile. Alcuni tratti ho dovuto scartarli forzatamente in quanto non piu praticabili o fortemente insicuri. In ogni caso è un itinerario un pò inadatto alle moto sportive, meglio goderselo in sella ad una naked o enduro!

Dai Sassi al castello di Miglionico

Fissiamo la nostra partenza presso il centro di Matera: facilmente raggiungibile e, naturalmente, altamente simbolica. Costeggiando i Sassi e la gravina, imbocchiamo la ex statale che conduce verso Montescaglioso, strada molto bella e divertente sino al bivio dove gireremo a destra, sulla vecchia via per Miglionico. Questa strada è molto rovinata e solitaria, mi è capitato ultimamente di percorrerla in bicicletta e poter respirare appieno l’aria di totale abbandono che traspira da ogni muretto, abitazione e mulattiera che si incontra.

Raggiungiamo dunque Miglionico, passando sotto il castello del Malconsiglio. Possiamo fare una piccola sosta nel centro storico prima di ripartire ed imboccare, dopo un’altra manciata di chilometri panoramici sulla vecchia strada, il moderno raccordo per Ferrandina Scalo: la via originaria è franata all’altezza del Basento ed è comunque in condizioni pessime, pericolosa e pericolante in moto. Ferrandina si raggiunge in poche curve, non la conosco molto bene ma vi suggerisco quantomeno di fare una sosta in centro e dare un’occhiata al museo della civiltà contadina, posto nei locali sul retro della Cattedrale (penso che anch’essa meriti, ma quando ci sono andato io, ovviamente, l’ho trovata chiusa :D).

Nella terra dei Calanchi

Uscendo dal paese, ci dirigiamo ora verso Craco. Questa strada a me piace molto, sebbene non sia infrequente trovarla sporca per il fango e la polvere che, un po per le attività agricole, un po per la natura stessa del territorio lucano, molto franoso, si vanno a depositare sulla strada. Del resto siamo ormai nel regno dei calanchi. Proprio di questa natura furono i problemi che, sul finire degli anni cinquanta, ha costretto gli abitanti di Craco ad abbandonare il paese per trasferirsi giù a fondovalle, nell’attuale Craco Peschiera.

From the roofs
Craco, visto dalla parte alta del borgo

Il vecchio borgo (risalente, pare, al XI secolo) quindi si presenta come un ammasso di ruderi in decadenza, arroccato su uno sperone argilloso, con il palazzo signorile, la vecchia chiesa, e il serbatoio dell’acqua a dominare il resto. E’ un posto affascinante, specie al tramonto. Attualmente è anche possibile (previa prenotazione) visitarne una parte grazie a delle guide.

Torniamo un paio di chilometri sui nostri passi, per poi prendere a sinistra la strada che ci porterà verso il prossimo paese, Stigliano. Anche questa strada si insinua fra le colline, ma va percorsa a ritmo lento nel primo tratto, a causa del fondo stradale non proprio messo bene e di qualche interruzione. Un motivo in più per godersi il paesaggio, godersi la quasi totale assenza di traffico, e apprezzare i ritmi lenti che ancora sembrano governare questa terra, cui la maggior parte di noi non è più abituata. Almeno queste sono state le sensazioni che ho avuto sin dai primi giri che ho fatto da queste parti, e che continuo ad avere ogni volta che ci vado.

Giunti nei pressi del paese possiamo scegliere se prendere la strada nuova (e dritta) che conduce a fondovalle o seguire la vecchia provinciale, cosa che farò. E’ una lingua di asfalto un po malmessa srotolata sull’argilla dei calanchi, traballante ma panoramica e comunque godibile.

Aliano e Alianello

Attraversiamo il fiume Sauro e iniziamo a risalire verso Aliano, il paese dove Carlo Levi scrisse il suo famoso libro durante i giorni del confino. Questi ultimi chilometri sono molto interessanti, anche perchè la strada oltre che tortuosa, ritorna finalmente ad essere in buone condizioni. Raggiunta la meta possiamo sostare con la moto nel parco dedicato allo scrittore, con vista panoramica verso sud, sui calanchi che lo hanno ispirato. Il piccolo borgo non è molto cambiato da allora.

Piazza Aliano e Calanchi
Aliano

Concludiamo questa nostra gitarella discendendo sulla SS598 da dove possiamo facilmente rientrare…non prima però di aver attraversato un altro piccolo abitato ormai completamente in abbandono, Alianello, situato sulla strada pochi chilometri sotto Aliano. Entrando nelle rovine delle case capita facilmente di vedere oggetti, vecchie foto, appunti e giornali che ci catapultano in un’ altra epoca. Anche questo è da non perdere, specialmente per gli amanti della fotografia. Intanto un tramonto rosso fuoco illumina e risalta i contrasti di questa terra arida, dove ancora oggi gli uomini vivono della loro fatica seguendo i ritmi che madre natura impone.

Under Miglionico

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