Domenica d’estate

11 Luglio. Le previsioni per l’indomani parlano di 36 gradi, che dentro a casco, giacca, pantaloni in kevlar diventano 48-50°. Perfetti se sei una tagliata di manzo. Un po meno se sei un essere umano ancora vivente :D.

Ma chi l’ha detto che ormai fa troppo caldo per uscire in moto?

Penso che magari ingegnandosi un po la soluzione la si trova.

Certo, se vivi al Sud Italia non sono poi molti i luoghi dove puoi trovare refrigerio in una giornata così torrida, e non sempre sono cosi vicini da non bollire durante il tragitto. E così alle 7 in punto siamo gia in moto.

La strada verso il mare, e la statale 106 Jonica pullulano gia di auto, vacanzieri non direi, piuttosto gente del luogo come noi che sta andando al mare. Mare che ci scorre a fianco, piatto come una tavola, con il castello di Roseto Capo Spulico che vi si specchia. Ma non è il momento di scendere in spiaggia, la nostra prima meta è un’altra…

Parco della Lavanda!

Un campo di Lavanda!!! Ma cosa ci fa qui, fra i monti della Calabria? Abbiamo preso l’autostrada e siamo usciti in Provenza, per caso?

Paolo, il gentilissimo proprietario, ci racconta che qui, su queste montagne, cresce spontanea ed endemica, si sono solo limitati a riorganizzarla un po. Il posto è bellissimo, perfetto anche per i motociclisti dal momento che abbiamo potuto lasciare all’interno il nostro equipaggiamento e visitarlo “scarichi” dal pesante fardello. Qui, a 1000 metri, la canicola peraltro è abbastanza sopportabile.

Rimaniamo sin quasi a mezzogiorno ad inebriarci di profumi e colori, dopodichè rimontiamo in sella, puntando le ruote verso altri lidi, se possibile ancora piu freschi. Le cime del Pollino sono qui, a pochissima distanza, e nel giro di dieci minuti siamo gia nei pressi dei ruderi dell’antico fortino di Campotenese, da dove la stra inizia ad inerpicarsi decisamente.

L’asfalto qui non è dei migliori, è la tipica strada di montagna da percorrere lentamente, barcamenandosi tra brecciolino e profondi crateri scavati dalle nevi. Lasciamo girare il motore a 3000 giri e ci godiamo lo splendido panorama verso il Colle del Dragone, noto anche come Costone dei Loricati.

Il costone dei Loricati.

E’ risaputo che per i motociclisti la pausa pranzo non è un momento della giornata. E’ IL momento della giornata. Il posto che abbiamo scelto oggi è un rifugio montano a 1500 metri di quota, in uno splendido pianoro fra le faggete. Si tratta del rifugio “La Baita” di piano Visitone, nel cuore del parco del Pollino.

Le faggete del Pollino

Complice la bellissima giornata, abbiamo la possibilità di pranzare all’aperto. Non siamo gli unici motociclisti qui, la Bandit, parcheggiata sotto un faggio, è in buona compagnia di VN1500, Street Glide, Softail, ed altre piccole custom.

Caffè, un bel pezzo di dolce e ci rilassiamo sul prato, a godere semplicemente del silenzio (ok, inframezzato da qualche marmitta di passaggio e da qualche pezzo trap (sic!) dei ragazzini che stanno divertendosi poco distanti da noi) e del fresco che c’è quassù, con vista sui pascoli d’alta quota di Serra del Prete (2157m). Pascoli che se inizialmente erano bene illuminati dal sole, stan diventando sempre più scuri. Chi conosce un pochino queste montagne sa che non c’è mai da fidarsi del meteo, che puo cambiare nel giro di pochi minuti, facendo anche crollare le temperature… mi sa che conviene richiudere il plaid e rimontare in sella…

Momento relax!

Ci godiamo la lunga discesa. Attraversiamo i pianori, noti come la “Porta del Pollino”, prima di raggiungere la valle del Frido, i suoi minuscoli villaggi di pastori ed i suoi fitti boschi. Il vento ci porta qualche goccia di pioggia, ed in effetti il temporale imperversa a pochi chilometri da noi, come possiamo ben vedere da quassù.

Ciononostante, continuiamo a trotterellare lentamente fra le curve, godendoci l’aria fresca, sono circa le quattro e per strada non incontriamo praticamente nessuno.

Raggiungiamo la SS653 Sinnica, che ci condurrà verso la nostra prossima tappa, ovvero le spiagge Ioniche, le dune di Policoro.

Qui a valle fa parecchio caldo. Per nostra fortuna una densa coltre di nubi ricopre il cielo, rendendo il tutto molto più sopportabile. Ma siamo sicuri che riusciremo ad andare al mare?

Comunque sia, nel giro di mezz’ora siamo sulla costa, destreggiandosi fra orde di auto che, variamente cariche, si recano verso le spiagge. Raggiungiamo l’oasi WWF sita proprio sulla spiaggia, e mentre parcheggiamo la moto volgiamo lo sguardo al cielo dietro di noi. Nero, nero! In effetti, mentre noi scendiamo in spiaggia, molte persone stanno andando via. Ma tant’è, ormai siamo qua, non ce ne possiamo mica andare, no?

Il sentiero fra le dune

Il temporale resta confinato sui monti e non ci raggiunge (per una volta, visti i recenti trascorsi…). La zona è molto bella, circondata da dune, piccoli fiumiciattoli e da un boschetto, c’è un comodo parcheggio per la moto e soprattutto tanto tanto spazio. Il bagno abbiamo dovuto rimandarlo cosi come anche la tintarella, dato che il sole non s’è più visto. Ma ci ritorneremo, tanto più che siamo ad un’ora da casa. Anzi, è ora di rientrare a casa.

Ci godiamo l’ultima oretta sino a casa, qualche chilometro della buona, vecchia, cara Statale 106 che qualche genio ha deciso di far asfaltare Domenica 12 Luglio alle 18,30, creando una coda di non si sa quanti chilometri. Per fortuna che siamo in moto…

Il traffico resta intenso anche mentre risaliamo verso le Murge, verso casa. Svanisce solo quando siamo ormai a pochi chilometri, in mezzo ai nostri ben noti colli spelacchiati e muretti a secco. Stranamente fa fresco, anche troppo per la mia giacca traforata.

Il trip segna 416 chilometri. Non male per una moto che fino al venerdì neanche andava in moto.

Soprattutto non male considerando la varietà di paesaggi che ci sono passati davanti.

E’ vero, quaggiù abbiamo tanti problemi, tanti difetti. Abbiamo una scarsa considerazione di ciò che abbiamo, e probabilmente anche di quello che siamo.

Ma ditemi, esiste un altro posto al mondo dove puoi trovare tutto questo, facendo un semplicissimo giretto in moto?

Se avete avuto la pazienza di leggere sin qui…beh…vi lascio l’itinerario che abbiamo percorso 🙂