Come vecchie videocassette

Estate duemilacinque.

Appuntamento con gli amici dato con un giro di sms (i famosi 4000 messaggi gratis della Wind) e poi via, a scorrazzare tra le montagne, fra le nostre belle curve. A scuola ce la cavavamo un po tutti, non avevamo bisogno di studiare per recuperare qualche materia, quindi il tempo non mancava. Gelato sul lago, foto in cima a qualche valico, sfide sul filo dei settanta chilometri orari (i “blocchi” cos’erano?) si rientrava in paese felici e contenti, giusto in tempo per lo struscio pre-cena sul corso principale, con i mezzi tutti bene allineati a spina di pesce vicino al marciapiede.

Foto di allora non ne ho tante, i cellulari non fotografavano e le fotocamere costavano piu dei motorini…

Sicuramente sono stato fortunato: nascere in mezzo a montagne bellissime, con strade semideserte e piene di curve, avere un motorino e tanti amici con cui condividere quella passione per le moto che stava appena nascendo, in sella a quell’SR 50 giallo e nero.

Oggi, ripercorrendo quelle strade in sella alla mia moto, nella mia mente è come se scorresse una videocassetta con l’avanti veloce. Scalo, piego, riapro, ri-piego. Ogni curva, ogni albero, fiume, casa cantoniera, rievoca qualcosa: un momento, un periodo della mia vita, il volto di un amico, il freddo sulla pelle.

Mi rendo conto che le strade non sono solo percorsi per andare da qualche parte (non lo è mai stato), e non sono più neanche posti dove vado a divertirmi e consumare (quello che resta del)le povere pedane della Suzuki. Sono piuttosto dei “luoghi del cuore”, forzieri che contengono alcuni dei miei ricordi più cari. La polvere vola via al passaggio della moto e rende di nuovo visibili ricordi seppelliti sotto quintali di altre cose.

Ed a volte fa male constatare che a distanza di quindici anni quel forziere è diventato vecchio e brutto, ammuffito, pieno di tarli, così deteriorato da rischiare di disperdere tutto il suo contenuto.

Cantoniera da anni in abbandono, come questo tratto di Statale 108

Questa foto è del duemilaventi, stessa strada, un poco più avanti. Ed anche questa curva piena di buche, questa sgarrupatissima casa cantoniera, mi ricordano qualcosa.